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  • Lunedì 19 luglio 2010

Messico, strage alla festa di compleanno

Uomini armati hanno fatto irruzione in una festa a Torreon, uccidendo 17 ragazzi tra i 20 e i 30 anni

Un gruppo di uomini armati ha fatto irruzione in una festa di compleanno, sparando sulla folla indiscriminatamente e uccidendo diciassette persone e ferendone diciotto all’Italy Inn di Torreon, una città dello stato di Coahuila nel nord del Messico. L’annuncio della festa a invito aperto era stato pubblicato su Facebook da un’associazione gay ma, scrive il Los Angeles Times, le autorità hanno dichiarato che non sembra trattarsi di un attacco d’odio, bensì di un regolamento di conti tra cartelli della droga rivali.

Stragi di questo genere non sono rare in Messico, dove la guerra alla droga — tra i narcotrafficanti e la polizia e tra i narcotrafficanti stessi — ha fatto solo nei primi sei mesi di quest’anno più di cinquemila morti e venticinquemila in quattro anni. Ma quello di ieri è uno dei peggiori, sia per modalità che per il numero e l’identità delle vittime, tutti ragazzi tra i venti e i trent’anni. La polizia ha recuperato 122 gusci di proiettili provenienti da fucili automatici d’assalto Ar15 e Ak-47.

«La festa era in corso… quando gli uomini armati sono arrivati con più automobili, da cui sono scesi e senza dire una parola hanno aperto il fuoco,» ha dichiarato Jesus Torres, il procuratore generale dello stato.

Lo stato di Coahuila è uno snodo fondamentale del traffico della droga verso gli Stati Uniti, in cui i cartelli dominanti Golfo e Sinaloa stanno combattendo contro il nuovo e sempre più potente gruppo paramilitare degli Zeta, composto soprattutto da ex soldati, il cartello più avanzato tecnologicamente secondo le autorità. In quelle che una volta erano città tranquille, come appunto Torreon, si stanno ultimamente moltiplicando le sparatorie in luoghi come discoteche, bar e centri di riabilitazione.

«Quando un cartello si divide, la fazione più forte rimane dove è già, mentre quella più debole va in cerca di nuove zone, il che significa invadere lo spazio che appartiene già a qualcun altro,» ha dichiarato il procuratore generale Arturo Chávez Chávez. «Questo provoca conflitti e guerre, quelle che stiamo vivendo ora.»

Questo attacco arriva quattro giorni dopo l’esplosione di un’autobomba a Ciudad Juarez, città vicina anch’essa centro di scontri tra narcotrafficanti, che ha ucciso quattro persone compresi due poliziotti. È stata la prima volta che i cartelli hanno usato un’autobomba per attaccare, e questo ha fatto crescere il timore che la guerra alla droga stia per cambiare, diventando ancora più violenta.