“Volevo acquisire meriti con Berlusconi”

Dopo i verbali degli interrogatori di Carboni e Cosentino, arrivano sulla stampa quelli di Pasquale Lombardi

I giornali di oggi pubblicano ampi stralci tratti dal verbale dell’interrogatorio di Pasquale Lombardi, probabilmente il più ignoto e misterioso tra i protagonisti della lobby di Flavio Carboni. Quello che sappiamo è che è nato nel 1933, che è geometra ed è stato membro di commissioni tributarie, che ha fatto il sindaco di un piccolo paese della Campania e durante la prima repubblica era organico alla Democrazia Cristiana. Come questa persona sia finita a telefonare a giudici costituzionali, promuovere candidati e influenzare sentenze rimane un mistero.

Il 77enne geometra e pensionato avrebbe detto agli inquirenti che la sua attività aveva senso perché nella vita “è sempre bene avere amicizie per chiedere qualcosa in caso di difficoltà” e perché fra i magistrati “le nomine sono influenzate in maniera determinante dalle quattro correnti in seno all’Anm e dalla politica, che può fare tutto”. In particolare, Lombardi dice di aver tentato di influenzare i giudici della Corte sul lodo Alfano “per acquisire meriti con il capo del mio partito, l’onorevole Silvio Berlusconi, affinché potesse ritenersi che ero in grado di arrivare anche ai giudici della Corte Costituzionale”. In sostanza, anche qui Lombardi segue alla perfezione la linea difensiva tratteggiata – involontariamente? – dal presidente del consiglio, quando ha parlato della lobby come di “quattro pensionati sfigati”: gente che si dava da fare senza successo in cerca di un po’ di considerazione dal premier. Però lo fa attraverso varie ammissioni dei suoi tentativi di sollecitare e influenzare membri della magistratura.

Lombardi ammette di aver contattato il presidente della Corte Costituzionale e conferma “gli incontri in casa dell’onorevole Verdini ai quali hanno partecipato anche l’onorevole Dell’Utri, l’onorevole Caliendo, il giudice Miller”. Lombardi è molto vago: quando gli inquirenti gli chiedono conto di specifici passaggi delle intercettazioni lui dice spesso di non ricordare la conversazione. Giura però di non avere nulla a che fare col tentativo discreditare Caldoro da parte di Cosentino, né degli appalti sull’eolico. Il suo mestiere – lo disse anche qualche giorno fa – era semplicemente organizzare convegni sulla giustizia: e ogni tanto faceva quello che poteva per spingere qualche nomina.

“Intendo precisare che i magistrati di cui si parla, Alfonso Marra, Gianfranco Izzo (Procuratore di Nocera Umbra dal novembre 2009) e Paolo Albano (Procuratore di Isernia), sono persone con cui ho rapporti di amicizia ultraventennale. Mi hanno chiesto un interessamento per ottenere le nomine a incarichi direttivi. Lo hanno chiesto proprio a me poiché ho molte conoscenze ed amicizie nell’ambiente politico e giudiziario e come si sa queste nomine sono influenzate in maniera determinante dalle quattro correnti in seno all’Anm e dalla politica, che può fare tutto. Preciso che i contatti che ho avuto per sollecitare le nomine, li ho intrattenuti con i due consiglieri togati del Csm Ferri e Carrelli Palombi, e con i componenti laici Tinelli, Saponara e Bergamo”

Seguono ammissioni di contatti col vicepresidente del CSM, Nicola Mancino, “con il quale avrò parlato incidentalmente della nomina di Marra” e di quelli con lo stesso Marra, allo scopo di “sollecitare un’ispezione ministeriale presso la Corte d’appello di Milano” in seguito alla bocciatura delle liste elettorali facenti riferimento a Roberto Formigoni.