Agli affamati

Ci si domanda, tra le altre cose, cosa ci facesse uno degli uomini più potenti del Vaticano alla famigerata cena da Bruno Vespa

Vatican Secretary of State Cardinal Tarcisio Bertone gives the communion to RAI journalist Bruno Vespa during a mass to mark the 50th anniversary of his ministry, in St. Peter's Basilica, at the Vatican, Tuesday, July 6, 2010. (AP Photo/Alessandra Tarantino)
Vatican Secretary of State Cardinal Tarcisio Bertone gives the communion to RAI journalist Bruno Vespa during a mass to mark the 50th anniversary of his ministry, in St. Peter's Basilica, at the Vatican, Tuesday, July 6, 2010. (AP Photo/Alessandra Tarantino)

Avere un prete a tavola in occasione di cene particolarmente delicate è sempre una saggia idea, come sa chi ha visto “Indovina chi viene a cena?”. Lo ha pensato evidentemente chi ha organizzato la famigerata cena a casa Vespa di giovedì sera: e la scelta è caduta sul cardinale Tarcisio Bertone.

Tarcisio Bertone ha 75 anni, è piemontese ed è stato ordinato sacerdote quando ne aveva 26. Oggi è il Segretario di Stato Vaticano, che si occupa delle questioni politiche e diplomatiche della Chiesa Cattolica: si dice sia il ruolo di “primo ministro” durante un pontificato. Ha lavorato dagli anni Novanta con Joseph Ratzinger e dopo essersi occupato per conto di Giovanni Paolo II di casi come quello dell’arcivescovo Milingo e del terzo segreto di Fatima, è stato nominato Segretario di Stato da Bendetto XVI.

Giovedì sera, Tarcisio Bertone ha accettato l’invito di Bruno Vespa a una cena a casa del giornalista a cui hanno partecipato tra gli altri Silvio e Marina Berlusconi, Pierferdinando Casini, Mario Draghi, Gianni Letta, Cesare Geronzi. La famosa cena di cui si è parlato intensamente sui giornali rispetto all’eventualità che potesse favorire l’ingresso dell’UDC nella maggioranza, e a cui sono stati invitati alcuni dei più potenti uomini italiani (e donna), nei settori della finanza, della politica, dell’editoria.

E Bertone cosa ci faceva? A quanto pare la domanda se la sono fatta in molti, anche in Vaticano. Repubblica scrive delle diffuse perplessità su questa scelta, ma prima spiega come sarebbe andata.

Al termine della messa per i 50 anni di sacerdozio del segretario di Stato, martedì scorso in San Pietro, alcuni dei politici invitati si sono trattenuti per sondare il terreno di un confronto. Erano Gianni Letta, Maurizio Lupi, Gianni Alemanno e Lorenzo Cesa.
Amico di vecchia data di Pier Ferdinando Casini, monsignor Rino Fisichella, da poco presidente del dicastero della nuova evangelizzazione, raccontano abbia avuto un ruolo nella tessitura della trama per riavvicinare i centristi al governo. Nessun intervento diretto. “Il Vaticano non offre alcun genere di sponda” mettono le mani avanti dai Palazzi Apostolici. Allo stesso tempo, però, la gerarchia cattolica non è indifferente, si muove per dare un “contributo indiretto”.

Le reazioni tra gli uomini di Chiesa riportate dall’articolo di Orazio La Rocca e Carmelo Lopapa sono tutte anonime, e valgono come opinioni private: ma sono del tutto plausibili. Il Segretario di Stato del Papa, ricordiamolo, è andato a una cena privata a casa di Bruno Vespa assieme a Berlusconi, Casini e Letta.

La presenza di Bertone alla tavola di casa Vespa ha sconcertato più di un prelato. “Quando c’era il cardinale Agostino Casaroli cose del genere non sono mai successe. Ma nemmeno col suo successore Angelo Sodano” è uno dei commenti che si raccolgono Oltretevere. “Un segretario di Stato non deve esporsi in questo modo e tantomeno essere usato per andare in soccorso di questo o quell’uomo politico col pretesto di una cena tra amici” dicono altri vescovi e cardinali interpellati nei vari uffici della Segreteria di Stato e delle Congregazioni pontiticie. “Perché va bene incontrare i rappresentanti delle istituzioni, ma ritrovarsi a cena per parlare, magari, di crisi politiche italiane e di futuri scenari governativi, non è una buona cosa per il primo collaboratore del papa”, commenta un cardinale esperto di diplomazia, che ha lavorato in istituzioni internazionali con Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, il quale rimprovera al segretario di Stato di “imbarazzare, con queste cene private, sia il Papa sia tutta la Chiesa”.

Le penultime polemiche che avevano riguardato il cardinal Bertone erano dello scorso marzo, quando il New York times aveva pubblicato dei documenti che lo accusavano di indulgenza nei confronti degli abusi sessuali compiuti da Padre Lawrence Murphy della diocesi di Milwaukee negli Stati Uniti.
Ad aprile, invece, era stata notata la dichiarazione di Bertone per cui “molti psicologi e psichiatri hanno dimostrato che non c’è nessun collegamento fra celibato e pedofilia, ma molti altri hanno dimostrato che c’è una relazione fra omosessualità e pedofilia”.

Un primo incontro tra Berlusconi e Bertone era stato al centro di curiosità l’anno scorso: l’incontro alla Festa della Perdonanza era stato annullato “per evitare strumentalizzazioni” nel momento delicato del caso Boffo. C’era poi stato un altro incontro pubblico a ottobre, per l’inaugurazione di una mostra, ma ad aprile di quest’anno i rapporti parevano già discretamente intimi.

Roma, 20 apr. (Apcom) – E’ stato un incontro “cordiale, cordialissimo”, quello tra il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il cardinale segretario di Stato Vaticano Tarcisio Bertone. A riferirlo ai giornalisti presenti ad un ricevimento offerto dalla Nunziatura apostolica in Italia è stato lo stesso premier, che ha chiosato con una punta di humor: “I rapporti tra il presidente del Consiglio e il segretario di Stato sono cordiali anche perchè siamo due salesiani”.