Tornano i Men at Work, ma in tribunale

La band australiana condannata a un risarcimento per il riff di flauto di "Down under"

Nel 1982, dopo aver ottenuto un impensato successo mondiale con “Who can it be now?”, la band australiana dei Men at Work pubblicò il disco “Business as usual” e ne estrasse un secondo singolo: “Down under” non uguagliò il risultato in Europa, ma fece il botto negli Stati Uniti e fu ampiamente programmata dalle radio di tutto il mondo e contribuì a far conoscere il nomignolo usato dagli americani per definire sbrigativamente l’Australia: “là sotto”. E il cantante Colin Hay (che è nato in Scozia) si prendeva in giro imitando l’australiano a spasso per il mondo.
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Ieri una corte di Sydney ha condannato la band a pagare il 5% delle royalties sulla canzone a un editore musicale australiano, Larrikin Music. La stessa corte aveva sancito a febbraio che il passaggio al flauto di Down Under è un plagio di una classica canzone per ragazzi australiana composta nel 1934, Kookaburra Sits in the Old Gum Tree. La sentenza riguarda anche la EMI e si riferisce alle royalties dopo il 2002, limitando i danni per i condannati: l’editore aveva chiesto di ricevere il 60%.