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  • Martedì 6 luglio 2010

Georgia, un altro attrito tra USA e Russia

Il segretario di stato americano ha ribadito l'impegno degli Stati Uniti in difesa dell'indipendenza dei territori georgiani

Hillary Clinton è rientrata ieri da un viaggio in Europa orientale e dopo avere visitato Ucraina, Polonia, Azerbaigian e Armenia, la sua ultima tappa è stata in Georgia. Durante il suo incontro ufficiale a Tiblisi con il presidente georgiano Mikhall Saakashvili, la Clinton ha ribadito l’appoggio degli Stati Uniti alla democrazia della Repubblica di Georgia e ha criticato la Russia per i suoi tentativi di mantenere il controllo sull’Ossezia a due anni dal cessate il fuoco del 15 agosto 2008.

“Continueremo a chiedere alla Russia di rispettare gli accordi che ha firmato” ha detto il segretario di stato americano durante la conferenza stampa: “gli Stati Uniti si impegneranno a difendere l’indipendenza territoriale e politica della Georgia e non asseconderanno nessuna influenza sovietica”.

La Georgia è uno dei paesi dell’Europa orientale un tempo parte dell’Unione Sovietica. Nel 1991 ottenne l’indipendenza, a cui seguirono i primi conflitti separatisti nelle regioni dell’Abcasia e dell’Ossezia del sud, che si autoproclamarono indipendenti. Le tensioni portarono a un primo conflitto tra il 1991 e il 1992, che coinvolse da una parte l’esercito georgiano e dell’altra i secessionisti appoggiati dalla Russia.

Il conflitto riprese con maggiore violenza nella notte tra il 7 e l’8 agosto del 2008, assumendo i toni di una vera guerra tra Russia e Georgia. Secondo Tiblisi, l’intervento del proprio esercito nell’Ossezia del sud era stato necessario per mettere fine ai continui attacchi sui civili georgiani da parte delle milizie secessioniste dell’Ossezia. L’esercito russo si schierò in difesa dei separatisti e non si limitò a intervenire nell’area contesa ma si spinse fino a occupare la città di Gori e di Poti, costringendo l’esercito georgiano a ripiegare per difendere la capitale. Il cessate il fuoco fu firmato il 15 agosto 2008: impegnava la Russia a ritirarsi dal territorio georgiano e la Georgia a rinunciare all’uso della forza contro l’Ossezia e l’Abcasia.

Ma la Russia subito dopo la firma dell’accordo si attestò su un’altra linea, proclamando unilateralmente una “zona cuscinetto” attorno alle due repubbliche sotto il suo controllo militare. È questa appunto la zona ancora occupata dall’esercito russo a cui la Clinton ha fatto riferimento ieri durante la sua visita a Tbilisi. La Georgia era stata scettica finora sulla linea che il governo Obama avrebbe adottato nei suoi confronti, visti i recenti tentativi di migliorare i rapporti degli Stati Uniti con la Russia. Ma dopo l’incontro di ieri con Hillary Clinton, il presidente Saakashvili ha detto che la strategia americana nei confronti della Russia è quella giusta.

Il primo ministro russo Vladimir Putin ha commentato l’incontro suggerendo minacciosamente alla Georgia di non cercare aiuti esterni e che “se qualcuno pensa i territori siano occupati, altri pensano che siano liberati”.