• Mondo
  • Martedì 29 giugno 2010

Segui quella macchina

Gli inseguimenti in auto sono un tópos della lotta contro il crimine negli Stati Uniti

L’inseguimento di O.J Simpson se lo ricordano tutti: decine di macchine della polizia che inseguono la sua Ford Bronco bianca sulla Interstate 405 di Los Angeles e una ventina di elicotteri che riprendono tutto dall’alto. La popolarità del protagonista e la spettacolarità di quella corsa che sembrava non finire mai e che fu trasmessa in diretta da tutti i maggiori canali televisivi americani a oltre centomila spettatori ne fecero un caso mediatico.

Ma la letteratura di genere è vastissima e basta farsi un giro su Youtube per rendersi conto di quanto gli inseguimenti della polizia siano diffusi negli Stati Uniti: un vero e proprio tópos della lotta contro il crimine, celebrato da decine e decine di action movies, serie tv e reality show.

Ma come l’inseguimento automobilistico è così peculiarmente americano? Mai una volta che si parlasse di un inseguimento spettacolare sulla Milano – Laghi. Possibile che sia solo un caso? Le ipotesi possono essere diverse:

1. Le strade americane sono più grandi, e l’automobile il mezzo prioritario per ogni attività, comprese quelle illegali
2. I malviventi spesso cercano di scappare da uno stato all’altro sperando di cambiare giurisdizione
3. C’è una maggiore copertura mediatica, con telecamere di tutti i maggiori canali televisivi spesso a bordo degli elicotteri della polizia

Le fughe dei criminali americani hanno anche gravissimi effetti collaterali. Le vittime sono i malcapitati autisti o pedoni che si trovano a passare di lì mentre sfrecciano a tutta birra le macchina di guardie e ladri. Ogni anno negli Stati Uniti muoiono trecento persone in incidenti provocati da inseguimenti della polizia: pochi giorni fa è stata la volta di una suora di 83 anni, la cui auto è stata sbalzata nella corsia opposta da un minivan che stava cercando di seminare la polizia dopo un tentativo di rapina a mano armata.

Alla General Motors hanno cercato una soluzione per limitare questa strage presentando lo Stolen Vehicle Slowdown. Un articolo su Daily Beast spiega cos’è:

Proprio quando pensava (il ladro, ndr) di avere seminato la polizia a bordo di una Chevrolet Tahoe rubata ai due uomini che aveva rapinato a Visalia, California, si è accorto che l’acceleratore non funzionava più. Il sistema di controllo della GM aveva permesso alla polizia di localizzare la sua posizione esatta e aveva inviato un segnale che diceva alla macchina di rallentare progressivamente fino ad arrestarsi del tutto. Quando è sceso dall’auto ormai ferma è stato arrestato senza problemi.

Nel 2009 l’ultima versione dello Stolen Vehicle Slowdon è stata inserita in quasi 1.700.000 auto. La General Motors riceve circa cinquecento report di macchine recuperate ogni mese.