L’Expo fa fuori Stanca, e viceversa

Per un anno e mezzo, l'amministratore delegato aveva rifiutato di lasciare il posto in Parlamento

© Marco Merlini / LaPresse
12-03-2010 Roma
Politica
Palazzo Chigi, conferenza stampa dopo la riunione del Coordinamento del progetto Expo 2015
Nella foto il sindaco di Milano Letizia Moratti, il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi e l'ad di Expo2015, Lucio Stanca 

© Marco Merlini / LaPresse
Rome, 03-12-2010
Politic
Chigi Palace, press conference after Expo 2015 Coordination staff's meeting
In the photo Milan Mayor Letizia Moratti, the Italian Premier, Silvio Berlusconi and Expo 2015 managing director, Lucio Stanca
© Marco Merlini / LaPresse 12-03-2010 Roma Politica Palazzo Chigi, conferenza stampa dopo la riunione del Coordinamento del progetto Expo 2015 Nella foto il sindaco di Milano Letizia Moratti, il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi e l'ad di Expo2015, Lucio Stanca © Marco Merlini / LaPresse Rome, 03-12-2010 Politic Chigi Palace, press conference after Expo 2015 Coordination staff's meeting In the photo Milan Mayor Letizia Moratti, the Italian Premier, Silvio Berlusconi and Expo 2015 managing director, Lucio Stanca

Probabilmente Giuliano Ferrara, nel suo editoriale di stamattina sulle battaglie perse e costose intraprese da Silvio Berlusconi e dimenticate un attimo dopo, non immaginava di potersi riferire non solo alla questione intercettazioni, ma anche all’Expo 2015 di Milano. Ma la notizia che si sta concretizzando in queste ore è paradossale – doppiamente paradossale – per quanto benvenuta: Lucio Stanca, amministratore delegato dell’Expo e capo di un immenso e ambizioso progetto al centro di critiche e polemiche sui tempi e modi della sua attuazione, sarà probabilmente sostituito in corsa da un nuovo amministratore delegato.

Perché la notizia è benvenuta? Perché Lucio Stanca era stato attaccato per oltre un anno per la sua resistenza a dimettersi da deputato una volta nominato all’Expo, e la sua tenacia nel negare la palese impossibilità di sostenere adeguatamente i due impegni aveva sfiorato il ridicolo e fatto inevitabilmente sospettare che la congruità dei due stipendi fosse l’unica motivazione di tale resistenza. La questione era divenuta politica e discussa nelle sedi più diverse, ma il PdL aveva fatto sistematicamente blocco a difesa delle ragioni dell’ad-deputato, con rare e interessate eccezioni.

Perché la notizia è paradossale? Perché oggi le ragioni addotte per la sostituzione di Stanca sono esattamente quelle che vengono contestate da un anno: i due incarichi sono incompatibili. E perché oggi queste ragioni sembrano all’improvviso fatte proprie dai compagni di partito di Stanca e da Silvio Berlusconi stesso: i due incarichi sono incompatibili. Gad Lerner pensa male, ma ha le sue buone ragioni.

Perché è doppiamente paradossale? Perché a fronte di questa tardiva constatazione, i consiglieri di Stanca e il PdL non gli suggeriscono – come vorrebbe il buon senso e come gli si chiede da un anno – di lasciare il posto da deputato che sta occupando molto saltuariamente, ma di lasciare l’organizzazione di uno dei più grandi progetti commerciali, urbanistici e culturale dell’Italia nei prossimi anni. Di lasciarla in mezzo a diverse difficoltà, dopo un anno, dopo aver rimpiazzato lui stesso un precedente ad, e di consegnarla a un nuovo responsabile.

La notizia di una sua sostituzione con Giuseppe Sala, direttore generale del Comune di Milano, è data come “voce sempre più insistente”. Non si sa cosa sperare.