PD e massoneria, oggi il verdetto

La commissione di garanzia si riunisce oggi per esprimersi sulla compatibilità

Oggi si riunisce la commissione di garanzia del Partito Democratico per dirimere una volta per tutte la questione della compatibilità tra iscrizione al PD e alla massoneria. Il problema era emerso negli scorsi mesi, quando prima ad Ancona e poi a Grosseto due amministratori locali del PD erano stati fortemente criticati per la loro appartenenza a una loggia massonica: uno di loro, Enzo Gabrielli, il ricorso alla commissione di garanzia del PD di cui si discuterà oggi.

L’annuncio pubblicato a tal proposito sul sito del partito sembra indicare l’indirizzo generale della commissione, che sembra propensa a vietare esplicitamente l’appartenenza alla massoneria per i membri del PD.

Sulla questione della compatibilità fra iscritti al Pd ed iscritti alla massoneria, il Presidente della Commissione nazionale di Garanzia del partito democratico, l’europarlamentare Luigi Berlinguer, ha convocato la Commissione per lunedì 7 giugno. Il Presidente Berlinguer ha deciso di inserire il tema all’ordine del giorno dopo aver preso atto che “l’Assemblea nazionale del 21-22 maggio scorso ha affidato alla Commissione i compiti già svolti dalla Commissione per il Codice etico”. Lo Statuto del Partito Democratico, si legge nella nota, recita, “Non possono aderire al Pd persone che risultino escluse sulla base del Codice etico”. Il Codice etico dispone “che non possono iscriversi al Partito Democratico le persone appartenenti ad associazioni che comportino un vincolo di segretezza o comunque a carattere riservato, ovvero che comportino forme di mutuo sostegno tali da porre in pericolo il rispetto dei principi di uguaglianza di fronte alla legge e di imparzialità delle pubbliche istituzioni”.

Sulla questione era tornato oggi il Corriere della Sera, con un editoriale firmato da Massimo Teodori.

Intendiamoci: l’allarme per le congreghe segrete volte a obiettivi truffaldini ed eversivi è cosa seria che merita il codice penale, ma non mi pare che di tal natura sia il caso dell’attuale massoneria, almeno della famiglia classica del Grande Oriente d’Italia, che sembra vivere una tranquilla esistenza associativa— imputabile se mai di scarsa valenza civile— dopo avere rotto drasticamente con quella P2 a cui erano iscritti uomini di quasi tutti i partiti compresi non pochi democristiani. […] Le dichiarazioni del gran maestro socialista Lino Salvini di avere contribuito con 150 parlamentari all’elezione alla presidenza di Leone, e di Licio Gelli di tenere in pugno il Paese, fanno parte più della millanteria che della storia. In sostanza, come già scrisse Renzo De Felice nel 1978, «la massoneria ha in gran parte perduto il peso politico esercitato in passato, giacché il controllo del potere è passato ai partiti». E oggi? Non mi pare che l’associazione che ha smarrito quel significato storico che ebbe in passato, meriti reprimende autoritarie come quelle che si levano all’interno del Pd.