Sì, Favata ha incontrato Berlusconi

Continua l'inchiesta sull'intercettazione di Fassino e la sua pubblicazione da parte del Giornale

Silvio, sinistra, e Paolo Berlusconi, assistono al funerale della zia ottantenne Edvige Maria, oggi a Milano. (AP Photo/Stefano Cavicchi)
Silvio, sinistra, e Paolo Berlusconi, assistono al funerale della zia ottantenne Edvige Maria, oggi a Milano. (AP Photo/Stefano Cavicchi)

Nuova puntata dell’inchiesta Berlusconi-Favata, ovvero di come un’intercettazione su Fassino (“Ma abbiamo una banca?”) arrivò nelle mani della famiglia Berlusconi prima che in quelle della procura, e da lì direttamente sulla prima pagina del Giornale.

Eravamo rimasti a Fabrizio Favata arrestato per estorsione – avrebbe ricattato il suo socio Raffaelli e gli stessi Berlusconi minacciando di rendere noto il loro incontro – e Paolo Berlusconi in odore di indagine per ricettazione. Oggi Repubblica di oggi racconta del memoriale difensivo depositato dallo stesso Paolo Berlusconi, accusato di millantato credito e ricettazione, che dice di non sapere nulla “del nastro di Fassino” ma ammette di aver accompagnato “a Palazzo Grazioli sia Raffaelli che Favata”. Insomma, che ci sia stato l’incontro della vigilia di Natale 2005 è ormai ammesso da tutti i protagonisti della vicenda. Resta da mettersi d’accordo su cosa sia successo.

Paolo Berlusconi dice che lo scopo dell’incontro era discutere di un appalto in Romania, che Favata e Raffaelli stavano cercando di vincere. Favata sostiene che proprio il regalo del nastro di Fassino doveva servire a guadagnarsi i favori del premier, e che ancora nel 2009 la famiglia Berlusconi si sarebbe dichiarata pronta ad “aiutare” Favata, in cambio del suo silenzio sulla storia del nastro.

«Raffaelli – mette a verbale Favata lo scorso 5 maggio – mi ha detto che l’avvocato Ghedini sarebbe stato disponibile a finanziare un mio progetto imprenditoriale, credo ovviamente attraverso un intervento della famiglia Berlusconi. Io individuai un ristorante in Sestri Levante da rilevare, e instaurai delle trattative con il dottor Maurizio Romiti, uno dei titolari della società proprietaria del ristorante». Sempre secondo la versione di Favata, «l’avvocato Ghedini avrebbe dovuto mettere a disposizione una somma di 600mila euro. In un primo tempo la risposta dell’avvocato era stata positiva, tanto che erano stati preparati tutti i documenti necessari per concludere l’affare, ma poi Raffaelli mi fece sapere che Ghedini non era più reperibile neppure per telefono e quindi l’affare è sfumato».

Favata sostiene inoltre di aver visto nuovamente Paolo Berlusconi, dopo il loro incontro iniziale e a intercettazione pubblicata, e insieme avrebbero ironizzato “sul fatto che Fassino aveva dichiarato che voleva che tutte le sue telefonate fossero pubblicate”.

Convocato per due volte in procura tra fine gennaio e i primi di febbraio per chiarire i rapporti avuti con Favata, l’onorevole Ghedini ha prima opposto due «legittimi impedimenti», infine si è trincerato dietro il segreto professionale. Gli incontri – questa la sua versione – sarebbero da inquadrare esclusivamente all´interno del rapporto tra avvocato e cliente.