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  • Lunedì 31 maggio 2010

Si dimette il presidente tedesco Köhler

Aveva detto che i soldati tedeschi sono in Afghanistan per proteggere gli interessi commerciali della nazione

Il presidente tedesco Horst Köhler ha rassegnato le dimissioni dal suo incarico con effetto immediato. Il ruolo di capo dello stato in Germania è per lo più simbolico: non ha grandi poteri politici e rappresenta l’unità della nazione. Questo non ha impedito però a Köhler di scatenare un’accesa polemica politica, a seguito della quale è arrivata la decisione di lasciare la presidenza.

Durante una recente visita alle truppe tedesche in Afghanistan, Köhler – che in passato è stato esponente della CDU, nonché direttore amministrativo del Fondo Monetario Internazionale – aveva pronunciato una frase piuttosto infelice, lasciando intendere che la presenza dei soldati tedeschi in Afghanistan avesse come primo obiettivo gli interessi commerciali della Germania.

“Un paese delle nostre dimensioni, con la nostra attenzione alle esportazioni e il nostro ricorso al commercio estero, deve sapere che in caso di emergenza gli interventi militari possono essere necessari per proteggere i nostri interessi”

Le reazioni della politica tedesca sono stati particolarmente critiche, le ha messe insieme lo Spiegel. Jürgen Trittin dei Verdi ha detto che le parole del presidente non rispettano i principi della costituzione tedesca, mentre il socialdemocratico Thomas Oppermann ha accusato Köhler di voler mettere a repentaglio “il consenso del paese attorno alle missioni militari all’estero”. La stessa cancelliera Merkel si era espressa in modo critico riguardo le dichiarazioni del capo dello stato, e il portavoce del ministro degli esteri Ruprecht Polenz ha parlato di “frase infelice”. Rainer Stinner dei liberaldemocratici ha dichiarato: “Non siamo in Afghanistan per via dei nostri interessi commerciai, bensì per stabilizzare il paese e combattere il terrorismo internazionale”.

Köhler aveva provato a ritrattare, dicendo che le sue dichiarazioni erano generiche e non si riferivano direttamente alla missione in Afghanistan. Senza alcun risultato, però. La bocciatura è stata unanime, destra e sinistra. Così un editoriale di venerdì della Süddeutsche Zeitung, quotidiano di sinistra.

Il presidente tedesco dovrebbe stare fuori e sopra il marasma della politica quotidiana. Dovrebbe stimolare grandi dibattiti, specie quando si parla di guerra e pace. Invece Köhler è andato in Afghanistan senza avere la minima idea di cosa dire, oltre al semplice incoraggiare le truppe. In Afghanistan si è lasciato alle spalle un piccolo caso diplomatico per non aver voluto pagare una visita in Germania al presidente afghano Karzai. In Germania ha lasciato tutti a bocca aperta: davvero Köhler è d’accordo con l’estrema sinistra, con chi dice che siamo in Afghanistan solo per difendere i nostri interessi? Il risultato è che Köhler ha tradito quanti nel parlamento tedesco hanno sostenuto la missione in Afghanistan, e così i nostri soldati, che non immaginavano di vedersi dipinti come soldati del commercio internazionale. L’arma più potente del presidente sono le parole. Quando sono usate scorrettamente, sono pericolose.