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  • Domenica 23 maggio 2010

La base di Okinawa resta: il premier giapponese ammette il fallimento

Hatoyama non ha mantenuto la promessa e si scusa, ma i consensi per il governo sono in caduta libera

12 April 2010- Andrews Air Force Base, Maryland- Japanese Prime Minister Yukio Hatoyama arrives with his delegation April 12, 2010 at Andrews Air Force Base in Maryland. Leaders from around the world including nuclear powers are meeting in Washington this week for a two-day nuclear security summit. Photo Credit: Olivier Douliery /Poo/ Sipa Press/leadersarrive.017/world rights/1004130506
12 April 2010- Andrews Air Force Base, Maryland- Japanese Prime Minister Yukio Hatoyama arrives with his delegation April 12, 2010 at Andrews Air Force Base in Maryland. Leaders from around the world including nuclear powers are meeting in Washington this week for a two-day nuclear security summit. Photo Credit: Olivier Douliery /Poo/ Sipa Press/leadersarrive.017/world rights/1004130506

Aveva promesso di trasferire la base militare statunitense da Okinawa, ma non ce l’ha fatta. Il primo ministro giapponese Yukio Hatoyama aveva formulato la promessa agli abitanti dell’isola nel corso della campagna elettorale, conquistando nuovi voti e la simpatia della popolazione di Okinawa stanca della convivenza con la base degli americani. Lo spostamento del complesso militare si è rivelato impossibile e ora Hatoyama deve fare i conti con un crollo verticale dei consensi nell’intero paese contro il quale le scuse del premier potrebbero essere insufficienti.

Da una completa rimozione della base di Futenma dall’isola si è così passati al trasferimento della stessa in una zona costiera meno popolata di Okinawa. La conferma è stata data direttamente dal primo ministro giapponese, riporta l’Associated Press:

«La ricollocazione di Futenma dovrà avvenire a Okinawa. Chiedo profondamente scusa per la confusione che ho causato alla popolazione di Okinawa nel non essere in grado di mantenere la mia promessa.»

L’idea di spostare, ma mantenere la base americana sull’isola non piace agli abitanti di Okinawa, che si lamentano per il rumore prodotto dai mezzi dei militari, per i pericoli legati alla possibilità di incidenti aerei e per la criminalità. I soldati, dicono gli isolani, sono spesso ubriachi e si rendono protagonisti di piccoli crimini e violenze. Nonostante le scuse, la recente visita di Hatoyama a Okinawa è stata segnata dalle proteste degli abitanti dell’isola, imbufaliti per il mancato mantenimento della promessa del primo ministro. Un chiaro segno della perdita di consensi:

Hatoyama ha visto crollare la sua popolarità nel corso degli ultimi mesi man mano che gli elettori si sono resi conto del mancato mantenimento delle promesse fatte in campagna elettorale, compresi il problema Futenma, quello di una autostrada senza pedaggio e degli assegni per le famiglie con bambini.

Secondo l’esperto di politica giapponese Minoru Morita, i problemi di Hatoyama sono una chiara dimostrazione dell’immaturità del Partito democratico giapponese, che ha conquistato il potere dopo decenni di governi Liberal-democratici: «La gente di Okinawa si sente oltraggiata. Pensano che Hatoyama li abbia traditi. I Democratici non hanno pensato bene a che cosa avrebbero potuto cambiare e che cosa no. La base militare è una questione di accordi internazionali. Sono ignoranti e irrazionali».

Nel corso dei prossimi mesi, il governo di Hatoyama dovrà dunque confrontarsi con gli Stati Uniti per trovare una nuova sistemazione della base di Okinawa. Un progetto per il trasferimento del complesso in un’area costiera meno abitata esiste dal 2006, ma fino a ora non ha portato a un accordo definito. Gli americani sono sull’isola dalla fine della Seconda guerra mondiale e hanno mantenuto il controllo della stessa fino al 1972.