Buttarla in caciara?

All'assemblea nazionale del PD Pierluigi Bersani ha dato della "rompicoglioni" alla Gelmini

© Marco Merlini / LaPresse
21-05-2010 Roma
Politica
Nuova Fiera di Roma, assemblea nazionale del Partito democratico
Nella foto il segretario del Pd, Pierluigi Bersani

© Marco Merlini / LaPresse
Rome, 05-21-2010
Politic
New Rome Fair, Democratic Party's National convention
In the photo Pd Secretary, Pierluigi Bersani
© Marco Merlini / LaPresse 21-05-2010 Roma Politica Nuova Fiera di Roma, assemblea nazionale del Partito democratico Nella foto il segretario del Pd, Pierluigi Bersani © Marco Merlini / LaPresse Rome, 05-21-2010 Politic New Rome Fair, Democratic Party's National convention In the photo Pd Secretary, Pierluigi Bersani

Prima D’Alema urla “vada a farsi fottere” al videdirettore del Giornale Sallusti, poi Bersani dà della “rompicoglioni” al ministro Gelmini all’assemblea nazionale del PD. In entrambi i casi — ma specialmente nel secondo — Maria Teresa Meli sul Corriere sostiene che si tratti di un cambiamento di stile ben preciso: usare il turpiloquio per svecchiare l’immagine del partito e avvicinarsi al celeberrimo “paese reale”.

Sembrano passati anni luce da quel giorno del 2006 in cui Silvio Berlusconi diede dei «coglioni» (letterale) agli elettori di sinistra. All’epoca il centrosinistra si scagliò contro il linguaggio irrituale del Cavaliere. Ora quegli epiteti fanno scuola nel Partito democratico.

Il perché è presto detto. Più che anni luce sono passati sui tavoli dei massimi dirigenti del Pd sondaggi su sondaggi, uno più allarmante dell’altro. Dati che hanno rivelato che il partito è percepito come conservatore, vecchio, e lontano dalla gente, o, per meglio dire, dalla «ggente». Pensa che ti ripensa, i leader di Largo del Nazareno hanno deciso che una delle cose da cambiare era proprio il linguaggio.

Spiegava D’Alema, per giustificare il suo attacco a Sallusti: «Ormai uso un linguaggio popolare, quello che usa la gente normale». Potrebbe sembrare una battuta. E in parte lo è. Ma dietro tutto questo florilegio di parolacce e pesanti invettive c’è una regìa (non si sa quanto sapiente). Bisogna parlare come si fa al bar, «sennò la gente non ci capisce»: è questa la nuova parola d’ordine del Partito democratico. Perciò sarebbe sbagliato dire che quella battutaccia nei confronti di Gelmini a Bersani è scappata nella foga del discorso, come accreditano dal suo staff, dopo che hanno capito che i media si occuperanno abbondantemente più della parolaccia detta dal segretario del Partito democratico che del programma, delle mozioni, dei contenuti e dei temi che sono emersi da questa assemblea.

E, a quanto pare al Pd sono rimasti molto contenti di quel Bersani così sboccato: è stato quello il passaggio del suo intervento che ha ricevuto più applausi, quasi un’ovazione. Segno che la «ggente» del Partito democratico — almeno quella (non numerosa) che era nella sala della nuova Fiera di Roma— ha apprezzato il «nuovo corso del segretario».