PD Open

Domani e dopodomani a Roma l'assemblea nazionale del Partito Democratico

Ci si potrebbe scrivere un libro – magari qualcuno lo ha fatto davvero – con gli errori che il Partito Democratico ha fatto in questi anni riguardo la comunicazione di sé e delle sue proposte. Dai manifesti improvvisati agli slogan telefonati, dai tentativi imbarazzanti di affrancarsi dagli stili polverosi del passato, a chi invece quegli stili del passato li ha rivendicati e a un certo punto ottenuti. La storia si è arricchita in questi giorni di un nuovo capitolo, a causa del titolo dato dal PD alla sua assemblea di questo fine settimana e alla successiva campagna politica che lancerà sul territorio nazionale.

PD Open – Prepariamo giorni migliori per l’Italia

Sul sito del PD si legge che “la frase che racchiude il senso di Pd Open, l’insieme di iniziative del Partito Democratico per costruire il programma. Un percorso di confronto e dibattito con la mobilitazione dei circoli, dei forum e di tutti gli eletti del Pd che si concluderà entro la fine dell’anno con la realizzazione del programma di alternativa di governo basato su dieci parole. Nel presentare Pd Open e le prime parole, Enrico Letta, vice segretario dei democratici si è voluto soffermare sul tema della motivazione etica che sostiene il progetto: ‘nelle favole, la morale arriva alla fine, in politica all’inizio'”.

Sull’efficacia di PD Open si può certamente discutere, e in qualche modo fa sorridere che questo slogan sia stato adottato da un segretario che aveva fatto una missione – più i suoi sostenitori che lui, in effetti – dell’allontanarsi dai frizzi, i lazzi e gli inglesismi – “I care” – della gestione Veltroni. Certo è sorprendente che siano gli stessi esponenti e dirigenti del PD, prima ancora dei loro avversari politici, a scagliarsi contro il nome scelto per la campagna. Gli stessi che poi il giorno dopo si lamentano del “tiro al bersaglio” di cui è oggetto il PD, le cui iniziative sono ormai obbligatoriamente oggetto di battute e sorrisini: si veda, per esempio, cos’è accaduto su Friendfeed all’apertura del profilo ufficiale del partito. A questo siamo, comunque: i dirigenti del PD si prendono in giro da soli.

Alla Camera, da Pina Picierno a Sergio D’Antoni a Richy Levi, in molti l’hanno stroncato, ironizzando su tornei di tennis, di golf e sul bus scoperto, il 110 open, che porta i turisti in giro per Roma. «Ma chi è il genio che si è inventato ’sta cosa? Ritariamolo». «Ma non portava male parlare in inglese?». «I tedeschi usano “Das auto” per vendere macchine. Noi che vendiamo?».

Al termine della riunione i deputati, sia quelli di maggioranza che quelli della minoranza di Areadem, non hanno nascosto i loro commenti ironici neppure davanti ai giornalisti che aspettavano la conclusione dell’assemblea: “Ma è un torneo di tennis o di golf?” è la battuta più frequente. “Io mi candido testa di serie in quanto Open mind”, scherza Paola Concia”. “Meglio open che closed”, dice un dirigente dalemiano. Mimmo Lucà si sfoga con un collega in Transatlantico: “Eravamo tutti sgomenti, quanti capiscono cosa vuol dire open? Ci facciamo una figura da matti”.