• Sport
  • Giovedì 20 maggio 2010

13 anni per ottomila metri

Jordan affronta la scalata dell'Everest con il padre e un altro alpinista, in tre anni ha raggiunto alcune delle cime più alte del mondo

Jordan Romero ha 13 anni, è alto 1,55 metri e sta per scalarne 8850. Jordan potrebbe essere il più giovane alpinista ad aver mai scalato il Monte Everest e uno dei pochi ad aver scalato tutte le sette vette (Seven Summits) più alte di ogni continente, un club che conta 200 persone circa. Il ragazzino è partito sabato scorso dal campo base ed è accompagnato da suo padre, Paul Romero, e dall’alpinista Laren Lundgren, racconta il New York Times:

“Non è stata una mia idea; lui mi ha dato l’ispirazione e la motivazione per proseguire”, ha scritto recentemente Paul Romero in una lettera inviata dal campo base. “Jordan ci sta portando sulle Sette Vette e lo stiamo semplicemente aiutando a esaudire i suoi desideri.”

Fino a ora Jordan ha scalato cinque delle sette cime più alte del mondo, un risultato raggiunto nel corso degli ultimi tre anni. Tra le vette spiccano il Kilimanjaro (quasi 5900 metri) in Africa, poi l’Elbrus (5640 metri) in Europa e il Kosciuszko (2228 metri) in Australia. Scalati l’Everest e il Massiccio Vinson (4892 metri) in Antartide, il tredicenne potrà avvicinarsi alla ristretta cerchia delle duecento persone che hanno scalato le sette cime più alte.

Jordan racconta di aver desiderato da sempre di raggiungere il tetto del mondo e non è preoccupato per la sua giovane età e la sfida che sta affrontando. La scelta del padre di Jordan non è stata accolta con entusiasmo, in molti temono che il ragazzino possa esporsi a inutili rischi durante la scalata e – come se non bastasse – non si sa di preciso che cosa possa accadere all’organismo di una persona così giovane durante la scalata verso gli ottomila.

Il record d’età per l’ascesa sull’Everest è al momento di Johnny Collinson, un ragazzo dello Utah di 17 anni, arrivato in cima alla vetta lo scorso gennaio. Johnny non ha avuto particolari problemi di salute né durante l’ascesa né durante il ritorno, ma l’organismo di un tredicenne potrebbe reagire diversamente alle alte altitudini e con l’ossigeno rarefatto, spiegano i medici:

«L’affermazione più decente sulla scalata ad alta quota di un tredicenne dovrebbe essere: non abbiamo idea di che cosa aspettarci. Tuttavia, valutando l’altezza di Jordan, il suo peso e il suo presunto livello di resistenza fisica e di allenamento, pensiamo dovrebbe cavarsela bene come qualsiasi adulto che affronti la sfida dell’Everest, ma lo stress psicologico è tutta un’altra storia.»

All’età di Jordan non è sempre facile comprendere quali siano i propri limiti e che cosa possa rivelarsi davvero pericoloso per la propria incolumità, o per quella degli altri. Tuttavia, il tredicenne ha già una buona esperienza in montagna e ha affrontato grandi altitudini, dunque è abituato a muoversi nei passaggi difficili e a capire dove mettere mani, piedi, ramponi e piccozze. E lo stesso Jordan sembra essere abbastanza sicuro di sé:

«Conosco le conseguenze degli sbagli, ma non mi sento mai in pericolo perché il mio team è ben preparato e cerco sempre di ricordarmi che lo faccio per divertimento.»

E poi ci sono gli amuleti, che forse fanno solo zavorra, ma possono essere rassicuranti lassù tra i venti gelati e la fatica da combattere. Jordan ha portato con sé una zampa di coniglio, una collanina tibetana, una piccola croce che apparteneva a suo nonno e un paio di testicoli di canguro ricevuti in dono dal suo amico Nigel.

Il gruppo, insieme a tre sherpa, ha iniziato il tragitto verso il Monte Everest passando per il Tibet e non per il Nepal. Il tragitto consente di risparmiare i 6mila dollari richiesti per il permesso di scalata, inoltre le norme in Tibet non prevedono limiti di età per iniziare la scalata, mentre il governo Nepalese ha introdotto da tempo il limite massimo dei 16 anni.