• Mondo
  • Martedì 18 maggio 2010

No, in Vietnam non c’eri

Richard Blumenthal ha dichiarato diverse volte, in modo più o meno ambiguo, di aver servito in Vietnam

Richard Blumenthal è un procuratore generale, candidato per i democratici come senatore in Connecticut alle elezioni del prossimo autunno. Ma oggi il New York Times lo ha accusato di aver mentito ai cittadini americani su un tema che tuttora muove grandi sensibilità, e grandi strumentalizzazioni retoriche: la guerra in Vietnam. Una “bomba” sulla sua campagna elettorale, secondo Politico.

I problemi che riguardano i veterani sono uno dei punti chiave della campagna elettorale di Blumenthal, che ha dichiarato diverse volte — talvolta esplicitamente, talvolta tra le righe — di aver combattuto in Vietnam. Il Times cita un’occasione in particolare, un raduno di veterani a Norwalk nel marzo 2008, in cui il democratico ha detto che

“Abbiamo imparato molte cose importanti dai giorni in cui ho combattuto in Vietnam, e voi ne siete il simbolo. Qualsiasi cosa pensiamo della guerra, qualsiasi sia il modo in cui la chiamiamo — che sia in Afghanstian o in Iraq — noi siamo debitori verso i soldati, uomini e donne, e dobbiamo loro il nostro supporto incondizionato.”

Ma il Times ha scoperto che Blumenthal non ha mai prestato servizio in Vietnam.

Dal ’65 al ’70 ha ottenuto almeno cinque proroghe al militare, e secondi i registri sono stati diversi gli step che gli hanno permesso di evitare di andare in guerra. Le proroghe hanno permesso a Blumenthal di finire i suoi studi ad Harvard, laurearsi e diventare prima ricercatore in Inghilterra poi assistente dell’editore del Washington Post e infine trovare lavoro alla Casa Bianca di Nixon.

Nel 1970, con l’ultima proroga quasi allo scadere, è stato assegnato a un ambito posto nella Marine Reserve [ndr: una sezione della Marina che si occupa di operazioni collaterali di supporto alle truppe e alla comunità], che gli avrebbe virtualmente garantito di non essere mandato in Vietnam. Ha preso parte a un’unità di Washington che si occupava di trivellazioni e altre operazioni concentrate su progetti locali, come sistemare campeggi e organizzare raccolte di giocattoli per i bambini poveri.

Finora le sue affermazioni ambigue sulla presenza in Vietnam avevano avuto un’attenzione minima, ma ora che il procuratore punta a un posto in Senato la pressione è aumentata. Rispondendo all’accusa del quotidiano, ieri Blumenthal ha dichiarato di essersi espresso male in quella e forse in altre occasioni, ma il Times insiste: ascoltando le sue parole l’impressione è che abbia mentito deliberatamente.
Blumenthal ha annunciato una conferenza stampa: la linea di difesa che sembra uscire dal suo ufficio è “non ha mai affermato esplicitamente di aver combattuto in Vietnam, anzi molte volte lo ha negato, ed è sempre stato un difensore dei veterani”
https://www.youtube.com/watch?v=K_hKZ-ZCxRo