Se l’arcivescovo di Boston si disarcivescovizza

Bernard Law si è dimesso nel 2002 per aver coperti decine di preti pedofili

Bernard Francis Law è stato arcivescovo metropolita di Boston dall’11 gennaio 1984 fino al 23 dicembre 2002, quando si è dimesso per aver coperto preti pedofili. Daily Beast si è chiesto: in questi ultimi otto anni si sarà andato a nascondere in un monastero buio e lontano, o sarà in giro per Roma come membro di spicco dei più importanti circoli vaticani? La risposta è intuibile.

Nel 2002, sotto Giovanni Paolo II, Law si prese tutte le colpe che stavano per sommergere il Vaticano, diventando il simbolo del — citando le recenti parole di Papa Ratzinger — “peccato interno alla Chiesa”. Ammise di non aver denunciato preti pedofili, limitandosi a mescolarli tra le diocesi e a inviare a Roma documenti poco chiari su cosa stesse succedendo. E non solo protesse i preti pedofili, ma li lasciò continuare ad abusare dei bambini come prima. Quando il suo nome iniziò a uscire su tutte le deposizioni che attaccavano la Chiesa, l’arcivescovo non ebbe più scampo e confessò. Come indennizzo, la diocesi di Boston diede alle vittime degli abusi circa 100 milioni di dollari.

Negli anni seguenti, con una concentrazione particolare negli ultimi mesi, altri vescovi e arcivescovi in giro per il mondo hanno rassegnato le proprie dimissioni. Molti di loro, quelli che confessano e danno le dimissioni “per il bene della Chiesa”, non scontano granché come pena. Molti non devono nemmeno lasciare la Chiesa, diventando consulenti delle congregazioni o insegnanti di teologia. Ma per capire ancora meglio cosa possa accadere a un arcivescovo dopo essersi dimesso, Daily Beast ha indagato su cosa sia successo a Law dopo il 2002.

È stato uno dei nove prelati ad aver presieduto i funerali di Giovanni Paolo II nel 2005 ed è ancora un membro votante del Collegio dei Cardinali. È anche un membro di sei importanti congregazioni vaticane — incluse la Congregazione per il Clero e la Congregazione per l’Educazione Cattolica — e un membro del Pontificio Consiglio per la Famiglia, il gruppo vaticano che regolamenta questioni come la preparazione al matrimonio e il controllo delle nascite nelle famiglie cattoliche.

Quindi niente monastero buio e lontano?

Quando non prega alla basilica di Santa Maria Maggiore, l’emerito arcivescovo disonorato di Boston gira per le riunioni della curia nella Città del Vaticano. Le domeniche pomeriggio lo si vede spesso al Cecilia Metella, ristorante sull’Appia Antica dove conoscono i piatti preferiti di sua Eminenza. Durante la settimana, frequenta i ristoranti di Borgo Pio, vicino piazza San Pietro, parlando fino a sera di lavoro con l’elite vaticana.

A tal proposito, Daily Mail ha intervistato il direttore della SNAP, l’Associazione delle Vittime degli Abusi dei Preti.

“La situazione attuale di Law manda un messaggio chiaro ai membri della Chiesa: coprite crimini sessuali e verrete protetti o promossi nella gerarchia. Manda inoltre un altro messaggio forte e chiaro alle vittime degli abusi: il vostro dolore non ha che fare con la gerarchia clericale. E dato che ha permesso gli abusi sessuali sui bambini, Law non ha alcun diritto di essere un prete. Lasciamolo semplicemente essere un funzionario d’alto rango della Chiesa Cattolica”.

L’arcivescovo non ha invece dichiarato nulla, perché ha rifiutato di rispondere alle domande della rivista.

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