Sappiamo dove abiti

Passati due giorni da Scajola, Libero sulle case tira in ballo mezzo centrosinistra

© Marco Merlini / LaPresse
26-06-2009 Roma
Politica
Partito Democratico, direzione nazionale
Nella foto Massimo D'Alema

Democratic Party, national board
© Marco Merlini / LaPresse 26-06-2009 Roma Politica Partito Democratico, direzione nazionale Nella foto Massimo D'Alema Democratic Party, national board

Veltroni, Marini, Mancino, Violante, Cossutta, Bindi. Sono i nomi che Libero sbatte in prima pagina con la tradizionale strategia lo-fanno-tutti per confondere il disastro Scajola in un mare di accuse generalizzate:

Gli altri furboni della casa

Secondo il sommario di Libero, avrebbero come il ministro dimissionato “comprato a prezzi di saldo in centro a Roma”. E nella foga dell’equiparazione Libero trascura il dettaglio che nessuno dei citati ha avuto un pezzo di casa pagato da persone in affari con le istituzioni statali e pesantemente indagate per imbrogli in questi ambiti. Per rendere ancora di più tutto un giochino, Libero aggiunge all’interno tabelline sui prezzi pagati e presunti di mercato, mappa di Roma e sconti percentuali. In fondo alla tabellina finisce persino la vittima meno illustre del mondo, Ferdinando Adornato, a cui è imputato un risparmio del 4,34% sul prezzo reale della propria casa romana.

Anche il Giornale sposta rapidamente la propria “bastonatura” (così Italo Bocchino chiama le prime pagine del quotidiano) dall’incidentale vittima di centrodestra (Scajola, bastonato soft) all’uomo che due sere prima si è azzardato a mandare “a farsi fottere” il vicedirettore del Giornale. Mal gliene incolse. A sei colonne Massimo D’Alema è accusato di pubblicare libri con Mondadori, accusa ormai un po’ inflazionata e non di grandissima efficacia, diciamo.

D’Alema pagato da Berlusconi

La trovata rimanda alla reazione di D’Alema dell’altra sera, quando avendo perso le staffe di fronte alle accuse di Alessandro Sallusti, gli aveva chiesto “chi lo pagasse”, con accessoria citazione di “signorine”. Il Giornale lo cita nel sommario (trasformando “signorine” in “donnine”, ed è eloquente l’anacronismo di entrambi i termini per spiegare come va il dibattito politico) e pubblica un commento di Vittorio Feltri. Che, come immaginava chi era preoccupato che la reazione di D’Alema portasse guai, ritira fuori tutte le accuse di aver “ottenuto alloggi di buon livello da enti pubblici ad equo canone, cioè a canone irrisorio, Ponendosi in una situazione di privilegio rispetto ai cittadini comuni”. Feltri non risparmia una citazione di D’Alema al tempo in cui il Giornale sollevò la questione

“Feltri è un coglione”

Poi riprende le accuse del suo vice a Ballarò, pur ridimensionandone appena il tentativo di equiparazione con il caso Scajola:

Se il ministro l’ha fatta grossa a prendersi una casa pagata da altri (nel modo noto), D’Alema non la fece tanto piccola a prendersene una a due lire quando i suoi elettori erano obbligati a sborsare il triplo

Dopo le ricostruzioni, Feltri arriva al punto:

dico a lui e ai compagni in genere di smetterla di rompere le balle con la storia che noi guadagniamo lo stipendio da Berlusconi quasi che lavorare per lui fosse un’infamia, roba da mascalzoni e bugiardi

E il direttore del Giornale ricorda che anche D’Alema ha ricevuto i soldi di Berlusconi per quattro libri pubblicati con Mondadori. La richiesta di Feltri, giusta, dimentica nel confronto la diversa attendibilità giornalistica che ha scrivere in difesa di Berlusconi se sei pagato da Berlusconi rispetto a scrivere di altro. Essere pagati da Berlusconi non dev’essere un’accusa: quello che è in discussione è la precaria qualità e obiettività di quello che fai in cambio di quei soldi.

Continuando il giro dei portoni, il Giornale torna anche ad attaccare il direttore di Repubblica, Ezio Mauro, già calunniato in sua assenza da Sallusti l’altroieri. A pagina due:

Mauro il furbetto: 850 milioni per l’attico

L’evocazione del clima da “vi teniamo d’occhio” e completata dalla chiusa:

Si ponga il problema quando infila le chiavi nella serratura dell’attico

(la lite tra D’Alema e Sallusti al minuto 4:20)