Chi accidenti è Justin Bieber?

16 anni, canadese, nuovo idolo canoro da ragazzine, senza passare da Disney Channel

Justin Bieber, è un nome che dovremmo imparare a conoscere, quelli di noi che ancora non. Domenica mattina, quando ormai da alcune ore si diffondevano per il mondo e per la rete le notizie dell’autobomba trovata a Times Square, e la ricerca di aggiornamenti era frenetica, su Twitter “#timessquare” era la seconda tag più usata in quel momento.
La prima era “Justin Bieber”.

Justin Bieber (si pronuncia “bìber”) è nato in Canada 16 anni fa, ha la voce (e l’aspetto) di un dodicenne e una pagina di Wikipedia che contiene già la voce “early life”. Di solito, quando emerge una teen star che canta, balla e fa impazzire il giovane pubblico femminile, viene istintivo puntare il dito contro Disney Channel, colpevole di aver sfornato personalità del calibro di Miley Cyrus, i Jonas Brothers, Hillary Duff, Zac Efron. Questa volta il network americano è innocente: Justin Bieber è uno che “si è fatto da solo”, pubblicando i suoi video su YouTube finché Scooter Braun, suo futuro manager, non ha scoperto il suo potenziale e ha deciso di farne una star. Nel 2007, a soli 13 anni, Justin si è trasferito con la madre (fu lei, in realtà, a mettere online per prima i video del figlio durante una competizione canora) dal Canada ad Atlanta, dove è stato notato da Usher e ha firmato un contratto con l’etichetta discografica Island.

Ha inizio così una carriera di quelle che all’improvviso ti trovi Justin Bieber da tutte le parti e ti chiedi cosa sia successo mentre dormivi: quattro singoli all’attivo, oltre tre milioni di fan su Facebook, trenta milioni di visite sul canale di YouTube, vendite da record, un bacio di Rihanna, una forte amicizia con Taylor Swift e una partecipazione al celebre show televisivo Saturday Night Live. E il mondo dei pre-teenager in adorazione. Justin (si riesce a chiamare per cognome un ragazzino?) ha già collezionato una serie di aneddoti mitologici: la sua ossessione per i social network ha portato i suoi fan a crederlo morto dopo solo qualche giorno di assenza da Twitter; una fan gli ha rubato il cappello e ha cercato di chiedergli un riscatto (per poi restituirlo chiedendo scusa); la sua macchina è stata assaltata da un gruppo di ragazze urlanti; il suo manager è stato arrestato per aver contribuito a creare un clima di isteria nel pubblico durante un concerto, intralciando il lavoro della sicurezza. E se i suoi ammiratori raggiungono livelli di follia tali da costringere la polizia di Long Island a far annullare un evento che lo vedeva protagonista, Bieber è quasi più celebre tra i suoi detrattori, tanto da essere conosciuto, più che per il suo talento musicale, per le battute ricorrenti sulla sua figura: impubere, effemminato e, soprattutto, privo di un valido motivo che giustifichi la sua improvvisa notorietà.

Intanto Justin Bieber si scontra con i problemi della sopraggiunta pubertà: non riesce più a raggiungere alcuni degli acuti del suo singolo “Baby” e, per ovviare al problema, viene seguito quotidianamente da un vocal coach.  Resta da capire se riuscirà a portare avanti una carriera musicale senza restare vittima del suo stesso successo precoce, e se le sue fan gli resteranno fedeli nonostante l’avvento dei primi peli superflui (del taglio di capelli avvolgente sono finora entusiaste).