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  • Martedì 27 aprile 2010

La donna che (forse) cambierà il Brasile

Marina Silva è un'ambientalista e un politico inusuale nel panorama brasiliano, e non solo

L’Economist ritrae una nuova e inusuale forza nella politica brasiliana, una donna, ambientalista, che ha come primo punto sul programma di governo rivoluzionare l’economia del paese, abbassando i consumi di carbonio e puntando sulle nuove tecnologie. Nel 1996 ha vinto il Goldman Environmental Prize, nel 2007 il programma ambientalista delle Nazioni Unite le ha conferito la nomina di “Champion of the Earth”.

Le elezioni presidenziali sono vicine — ottobre — e l’ultimo sondaggio dà a Marina Silva solo il 10%. Che però, fa notare l’Economist, non è poco considerato che la maggior parte dei brasiliani, come quasi tutti gli elettori di qualsiasi parte del mondo, non hanno tra le loro priorità la salvezza del pianeta. Al suo fianco come vicepresidente avrà probabilmente Guilherme Leal, uno degli uomini più ricchi del Brasile. La gara, quindi, non è ancora chiusa.

Marina Silva è nata in Amazzonia e non ha avuto un’infanzia semplice. In dodici tra fratelli e sorelle, solo otto sono sopravvissuti a malaria, epatite e altre malattie tipiche di quelle zone. Si è pagata gli studi lavorando come cameriera, e dopo la laurea ha preso parte alla campagna dell’ambientalista Chico Mendes.

È stata una delle fondatrici del Partito dei Lavoratori con Lula da Silva, l’uomo che una volta diventato presidente del Brasile l’ha eletta ministro dell’ambiente nel 2003. Una carica da cui si è dimessa cinque anni dopo, delusa dalle critiche sulla sua politica eccessivamente “verde” e soprattutto dall’assegnazione a un altro ministro del progetto di riforma della legge sui possedimenti fondiari dell’Amazzonia. Marina Silva non ha mai criticato pubblicamente Lula, pur disapprovando diverse delle sue scelte politiche, come l’innalzamento delle tasse e i rapporti con dittatori come Fidel Castro.

L’anno scorso è passata dal Partito dei Lavoratori al Partito dei Verdi, e sarà con loro che tra sei mesi correrà per la presidenza.