Uno scanner in tasca per riconoscere qualsiasi cosa

Gli scanner laser sfruttano l'effetto Raman per rilevare l'impronta delle sostanze contro cui vengono puntati

Kris Gilbert punta uno strano aggeggio verso una busta di polvere bianca e pochi secondi dopo scopre le caratteristiche della sostanza contenuta nel nylon. Kris è un sergente di Polk County (Florida, USA) e ha da poco avviato la sperimentazione di uno scanner di nuova generazione per rilevare le sostanze stupefacenti in meno di un minuto, senza la necessità di dover usare un kit per le analisi chimiche. Il dispositivo può riconoscere un centinaio di diversi composti chimici e potrebbe presto rivoluzionare le indagini sul campo delle forze di polizia.

Il segreto del nuovo scanner è un particolare raggio laser che sfrutta un fenomeno fisico scoperto dal nobel per la fisica C. V. Raman negli anni Venti. Il fascio di luce inviato dal dispositivo viene assorbito dagli oggetti colpiti, mentre una piccola porzione della luce laser viene diffusa con una frequenza più bassa o più alta di quella originaria emessa dallo scanner. Ogni sostanza risponde diversamente, fornendo una propria “impronta” che può essere rilevata dal sistema per riconoscere le caratteristiche chimiche dell’elemento analizzato.

L’effetto Raman era già stato sfruttato per creare alcuni scanner, ma i modelli fino a ora disponibili occupavano molto spazio ed erano costosi. I dispositivi di ultima generazione sono invece tascabili e hanno un costo maggiormente contenuto che si aggira intorno ai 15mila dollari. Stando a quanto riferisce l’Atlantic, negli Stati Uniti sono già in corso le prime sperimentazioni per i nuovi modelli, mentre un migliaio di scanner simili e meno raffinati sono utilizzati dalle forze di polizia per riconoscere i materiali pericolosi.

Grazie al progressivo abbattimento dei costi e alle dimensioni contenute, i nuovi scanner potrebbero presto far parte dell’equipaggiamento delle auto delle forze dell’ordine. La società che produce i primi modelli stima che entro pochi anni il prezzo per i terminali laser potrà scendere fino a 5mila dollari.

In ambito medico i sistemi che sfruttano l’effetto Raman potrebbero portare a nuovi progressi nella diagnosi di alcune patologie. I ricercatori della Stanford University stanno sviluppando alcuni dispositivi per diagnosticare il cancro al seno, ai polmoni e altri tipi di tumori con sistemi meno invasivi degli attuali. Nei Paesi Bassi i ricercatori cercano invece di sfruttare i nuovi scanner per arginare le infezioni batteriche in ospedale, rilevando tempestivamente i batteri più pericolosi nei sistemi idrici e di aerazione. In futuro, chi soffre di diabete potrebbe controllare i propri livelli di glucosio senza dover utilizzare una goccia di sangue, mentre chi soffre d’allergia potrebbe identificare rapidamente i pollini nell’aria e assumere farmaci mirati e meno invasivi.

Le possibili implementazioni dei nuovi scanner laser sono molteplici, ma occorrerà ancora del tempo prima di poterli utilizzare nella nostra quotidianità. Per riconoscere con precisione le sostanze, i dispositivi dovranno poter fare affidamento su un enorme database delle “impronte” legate all’effetto Raman. Il processo di catalogazione è già iniziato, ma richiede tempo e molte risorse. Si inizia con le droghe, poi si vedrà.