Reverendo molestò oltre 200 bambini, ma fu graziato dal Vaticano

Un prete americano avrebbe molestato oltre 200 bambini, rivela il New York Times

Arthur Budzinski aveva 12 anni quando fu molestato per la prima volta da padre Lawrence C. Murphy negli anni Sessanta. Il ragazzino frequentava la Saint John’s School, una scuola per sordi di St. Francis (Wisconsin, USA), e aveva scelto di confessarsi dal proprio insegnante, un prete gentile e comprensivo. Padre Murphy fece accomodare il giovane, si avvicinò e poco dopo iniziò a molestarlo sfilandogli i pantaloncini. Arthur capiva che c’era qualcosa di sbagliato, ma non trovò la forza per superare i primi momenti di sconcerto e liberarsi dal controllo dell’uomo.

Oltre 200 allievi della scuola per sordi subirono le medesime molestie nell’ufficio di Murphy, nella sua automobile, nei dormitori dell’istituto e nel corso delle gite scolastiche. Nonostante le numerose lamentele e segnalazioni degli studenti a partire già dagli anni Cinquanta, il prete fece carriera divenendo nel 1963 il primo responsabile della scuola. Documenti e denunce giunsero anche in Vaticano, ma le autorità ecclesiastiche preferirono soprassedere avviando solo alcune indagini interne per non rendere pubblico lo scandalo.

Stando alla documentazione ottenuta dal New York Times, in più di una occasione i responsabili dell’arcidiocesi di Milwaukee segnalarono il caso di padre Murphy alla Congregazione per la Dottrina della Fede, guidata dal 1981 al 2005 dal futuro papa Joesph Ratzinger, dimostrando di essere più interessati alla segretezza della vicenda che alla possibilità di dimettere il reverendo. In un comunicato da poco diffuso dalla Santa Sede, il portavoce padre Federico Lombardi haprecisato che il caso Murphy fu portato all’attenzione delle autorità vaticane a quasi venti anni di distanza dai primi casi di pedofilia nella scuola per sordi.

Nel corso del 1996, l’arcivescovo di Milwaukee inviò due lettere all’allora cardinale Ratzinger senza ricevere alcuna risposta. Successivamente, il cardinale Tarcisio Bertone decise di occuparsi della vicenda, invitando l’arcidiocesi a condurre un processo canonico segreto per l’eventuale allontamento di padre Murphy. Il reverendo decise di inviare una missiva a Ratzinger nella quale dimostrava il proprio pentimento e chiedeva di evitare il processo. La richiesta fu accolta dal cardinale Bertone.

L’autore degli oltre 200 abusi non subì alcun processo e nessun provvedimento previsto dal diritto canonico. Stando alle ricostruzioni, ben tre arcivescovi succedutisi alla guida della chiesa in Wisconsin furono informati sulla condotta del prete nella scuola per sordi, ma decisero di non denunciare Murphy alle autorità probabilmente per evitare lo scandalo. Il reverendo fu semplicemente spostato in un’altra diocesi a metà degli anni Settanta dove lavorò per oltre 20 anni con i ragazzini di alcune scuole e in un centro di detenzione giovanile. Morì nel 1998 rimanendo sacerdote fino all’ultimo giorno della propria vita.